BUONANOTTE INFINITA

Frammenti dal libro
a cura di Benedetto Gusano



Questo libro è stato stampato
per la terza edizione di
Comunicare fa male
Fivizzano - luglio e agosto 1998



Aldo Galeazzi

ALLACCIATI LA PATTA DEL CERVELLO, CHÉ TI SI VEDE I PENSIERI



Una poesia: che assurdità.
Una lunga e lenta assurdità.
Solitudine parziale
(è un teatro),
nero e porpora.
Un suicidio vago, incompleto,
isolante.
Una mania ridicola,
tentativo di sesta strada
dopo i cinque sensi.
Che vergogna non aver inteso niente,
falsario intento alla sofisticazione
della propria esistenza.
Un'esistenza: che assurdità.
Esatta nel compimento e puntuale,
qualunque sia il momento di valico,
volgare nel concepimento,
sempre insufficiente nei vettori.
"Eppure avevo qualcosa
che non sono riuscito a trattenere".
Crediamo sempre questo;
per un attimo ricordiamo d'avere intuìto.
L'intuito: che assurda religione.
I segreti e l'arte: che vizi;
l'umanità non è che un'abitudine.

Sono distrutto dalla fatica,
da questo insano muscolare abbandono
che mi pervade.
Una poesia: un suicidio impercettibile.
Immobile, immobile,
solo e sempre nello stesso inconoscibile posto
perché non ho di che capire il debito.
Una poesia: imitazione di una forma.
Prostituzione al fascino:
bello l'io creduto e ceduto a chiunque.
"Eppure ero qualcosa
che non sono riuscito a trattenere".
Cos'era quest'essere dimenticato?
Il parto non è riuscito
Ed io non sono mai nato.

Alfredo non esiste.
E poi non c'è...
non c'è...


ABBIAMO PARLATO 2 ORE E ½ L'ANNO SCORSO

Ti ho scritto lettere sinfoniche
lettere secche di sole
bianche e precise.
Abbiamo parlato 2 ore e ½ l'anno scorso.

Ho scoperto la musica perfetta
il suono dei nostri sguardi
mano nella mano.
Abbiamo parlato 2 ore e ½ l'anno scorso.

Agosto addio.


LA MUCCA E LA MORTE

Voglio morire dentro una mucca
Perché le mucche
Sono capienti
E quindi mi capiscono.



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