Ordet di Carl Theodor Dreyer
Il miraggio kierkegaardiano

La copertina del libro un libro di
Igor Tavilla
con una lettera di postfazione di
Federico Nobili

Edizioni ETS
Euro 14,00

secondo volume della collana
l'animalechedivorapensiero
curata dal Gruppo Eliogabalo

per ordinare il libro: www.edizioniets.com

Provate a raccontare un miracolo, se il miracolo vi ha reso muti, se il miracolo è esser muti, muggire, perdere la parola, riacquistare la divina ignoranza di ogni discorso animale. Non mi ha insegnato nulla il cinema, mi ha iniziato a vedere. Comunicazione che non comunica cosa alcuna. Per incontrare la bellezza nella bontà di una vuota forma, come la grazia nel rosario è smarrire il senso della preghiera che si sta recitando.

Temete il rullo di pellicola parlante: anche dovesse annunciarsi con grandi clamori, vi sorprenderà con un sorriso ebete sulla faccia. La morte che avete bandito dal vostro chiacchiericcio, io, matassa di pellicola, la sperimento ogni giorno. Ogni volta risorgo alla luce e ogni volta mi riavvolgo nel sudario. Ordet è la parola tremenda che mi strappa al torpido suolo, svelle il coperchio e mi rimette in verticale, piagata dalla luce, un calore insostenibile.

È nota la parabola dell’autore: giaceva sepolto sotto il tumulo degli elogi funebri. Gli era destinato un bibliografico mausoleo e il belletto necrofilo degli “attualizzatori”. Adoravano il sudario e ignoravano il corpo, perché cercavano la prova del corpo nell’involucro. Un nastro di plastica abbrustolita dalla radiazione artificiale dei riflettori. Eppure, trarre da questo gomitolo di materia luminosa un grido alla notte angosciata mi è sembrato un atto dovuto, oltre che liberatorio. Arrestare il cicaleccio comprensibile della sceneggiata teologica, per ascoltare il ronzio del rasoio che recide il mio orecchio.

Il cinema è nato così, da saliva solare mista a palpebra buia.

E oggi resta tale e quale era al suo miracoloso esordio: uno sputo nell’occhio.

Igor Tavilla

Nato nel 1980, Igor Tavilla si è laureato in filosofia con una tesi dal titolo: Ordet di Dreyer. Un esempio di cinema kierkegaardiano.
Ha lavorato per la redazione di programmi televisivi in onda su Rai Uno e Sky Vivo. Docente di filosofia, membro del Gruppo Eliogabalo dal 2000.



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