"...il primo e l’ultimo atto spirituale della vita umana è respirare..."
No man’s band
&
L’infinito emotivo
Gettarsi dalla finestra o progettare una ginestra? No man’s band è un modo di prendere tempo.
Un modo di esitare tra il fiore e la fine. L’infinito emotivo è il suo primo giardino delle delizie
e delle nequizie (inferno e paradiso, purgatorio mendace, limbo soppresso). È il prisma sonoro che scompone
le possibilità di luce e di buio della voce, bocca che trabocca l’universo, prima durante e dopo le parole.
Una boccata d’aria fuori dall’atmosfera, per farla finita o far finta di farla finita col pattume verbale e farsi
finalmente spettinare dal vento solare i capelli dei pensieri e del sentire.
prima nazionale = 31 luglio 2007
"Ha chiamato l’astronauta. La sua voce era forte e chiara. Dimmi tutto in due minuti! mi ha chiesto. Se
dovessi dire in soli due minuti tutto quello che ho da dire prima di morire me ne starei zitto e fermo a guardare
in alto nel buio del cielo che poi è in basso nel pozzo del cielo, ma siccome adesso sono soltanto sonoro e non mi
puoi vedere devo colmare la tua testa di parole per fare un po’ di silenzio nel cranio invaso dal sangue e dalle
troppe frasi fatte sfatte e rifatte, tutta quella vanità nel dire io dio voglio, tutto quel piacere e quella paura,
tutta quella vanità quel vuoto quel vento, se fosse almeno uno splendore infinitamente in rovina, l’ombra sonora
del sole che brucia e scompare senza lasciare traccia, tranne una pietra che ronza nel buio, una pietra che ruota
su se stessa, pattinatore su ghiaccio che si raccoglie in posizione fetale, la vedo sempre così, la terra, con gli
occhi dell’astronauta, una pietra che ruota che ruota e che ronza, una pietra che ruota, una pietra che ruota su
se stessa. La pietra non ha problemi non ha polmoni la pietra non può respirare. Poi ho visto qualcuno sparire ho
visto qualcuno sparire ho visto le montagne sparire, non vedo altro che tutto questo continuo sparire, questa
buonanotte infinita pronunciata da ogni fiore, da ogni bocca che smette di parlare, da ogni pupilla che si perde
in un’altra pupilla. Dottore, mi dica: anche la pietra ha cuore e polmoni? Anche la pietra è un eterno sparire?
Già nel freddo della pietra germoglia il calore del sangue e il fiato che dura poco il fiato che vuole durare?
Dottore, ho tutta la testa fuori dall’atmosfera, non ce la faccio più a respirare, ho i piedi piantati nella terra,
tra i rumori delle città e i rumori del mare, non ce la faccio più a camminare. Questa fame e questa sete,
questo dire e disdire, questo fare e disfare, questa fame e questa sete, questa schiuma di sorrisi, queste
mani che non si toccano più. Ho solo due minuti due minuti per dire tutto. Tutto."
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